I nipoti preferivano i regali dell’altra nonna, così ho dato le dimissioni per insegnare loro il rispetto

HO CRESCIUTO I MIEI NIPOTI PER 8 ANNI… IERI MI HANNO DETTO CHE PREFERISCONO “L’ALTRA NONNA” PERCHÉ LEI REGALA GLI IPAD. HO APPENA DATO LE DIMISSIONI.

Sono la “Nonna del Minestrone”. Quella che aspetta fuori da scuola alle 16:30, che soffia sui ginocchia sbucciati e che ripassa le tabelline mentre guida nel traffico.

L’altra nonna? Lei è Ludovica.

Ludovica vive in un attico in centro. È la “Nonna dello Spritz”. Arriva due volte l’anno, abbronzata anche d’inverno, vestita firmata dalla testa ai piedi. Ieri, i miei nipoti mi hanno spezzato il cuore quando mi hanno confessato che vorrebbero che fossi un po’ più come lei.

Ecco cosa è successo:

Ho la schiena a pezzi. Non solo perché ho 64 anni, ma perché passo le mie giornate a portare zaini che pesano come macigni e a raccogliere giocattoli che non ho tirato fuori io.

La mia vita ruota attorno a mia figlia, Serena, e ai suoi due figli, Edoardo ( 8 anni ) e Ginevra ( 6 anni ). Serena e suo marito lavorano in azienda fino a tardi. Dato che gli asili nido costano una fortuna e le babysitter “non sono mai affidabili”, hanno dato per scontato che fossi entusiasta di passare la mia pensione a crescere una seconda generazione.

E l’ho fatto. Per amore. E per senso del dovere, come si fa nelle famiglie italiane.

Sono a casa loro alle 6:45 del mattino. Preparo la moka, porto i bambini a scuola, pulisco i pavimenti (“già che ci sei, mamma…”), e gestisco i capricci. Sono quella che dice: “Mangia la verdura” e “Mettiti la maglietta della salute”.

Sono la Nonna delle Regole. Quella “noiosa”.

Poi c’è Ludovica, la suocera.

Ludovica ha i soldi. Tanti. Non ha mai dovuto smacchiare il sugo di pomodoro da una tovaglia bianca. Ludovica è la Nonna delle Apparizioni Speciali. Arriva a Natale e ai compleanni come una celebrità, carica di vestiti di marca e dolci che a casa nostra sarebbero vietati.

Ieri era l’ottavo compleanno di Edoardo.

Mi sono svegliata alle 5 per preparare la sua torta preferita: una crostata alla marmellata di albicocche, fatta in casa, con la pasta frolla tirata a mano. Gli ho comprato un bel maglione e un libro di avventure — è quello che la mia pensione mi permette.

Alle 16:00, Ludovica ha fatto il suo ingresso trionfale, profumata di Chanel. “Tesori miei!” ha urlato. I bambini mi sono corsi davanti senza nemmeno vedermi. “Nonna Ludovica! Nonna Ludovica!”

Ludovica ha estratto due scatole bianche e lucide dalla sua borsa di design. Due iPad nuovi di zecca. “Così non vi annoiate mai,” ha strizzato l’occhio. “E non fatevi dire da nessuno quanto potete giocare. Oggi è festa!”

I bambini hanno urlato di gioia e sono spariti, risucchiati dagli schermi. Mia figlia e suo marito guardavano Ludovica con adorazione. “Oh, Ludovica, ma sei pazza? Sono costisissimi! Grazie, sei unica.”

Io ero in cucina, a tagliare la crostata che nessuno guardava. Mi sono avvicinata a Edoardo.

“Amore… ho fatto la crostata. E qui c’è il mio regalo.”

Non ha nemmeno alzato gli occhi dallo schermo. “Non ora, nonna. Sto scaricando un gioco.”

“Ma tesoro, la torta…”

“Uffa, nonna, c’è sempre la torta!” mi ha risposto seccato. “Nonna Ludovica ha portato gli iPad. QUESTO è un vero regalo. Tu porti sempre vestiti o libri noiosi.”

Ho guardato mia figlia, aspettando che intervenisse. Aspettando che dicesse: “Edoardo, porta rispetto a tua nonna che ti cucina ogni giorno.”

Invece, Serena ha riso, versandosi un bicchiere di vino. “Dai mamma, non fare la permalosa. Sono bambini. La tecnologia vince sempre. Devi ammettere che Ludovica è la ‘Nonna Divertente’. Tu sei… beh, tu sei la ‘Nonna della Routine’. È normale che preferiscano la novità.”

“La Nonna della Routine.”

È così che chiamano l’amore, la sicurezza e i pasti caldi adesso. Routine.

Ginevra, la piccola di 6 anni, ha dato il colpo di grazia. “Vorrei che nonna Ludovica vivesse qui,” ha detto con la bocca sporca di cioccolata. “Lei non ci sgrida mai. Tu sei sempre stanca, nonna.”

Ho posato il coltello sul tavolo. Il rumore metallico ha risuonato nel silenzio.

Ho guardato le mie mani — rovinate dalla candeggina e dal lavoro. Ho guardato Ludovica, fresca e radiosa, l’eroina del giorno con la sua carta di credito. E ho guardato mia figlia, rilassata sul divano perché sapeva che dopo avrei caricato io la lavastoviglie.

Mi sono tolta il grembiule. L’ho piegato con cura sul bancone. Sono andata in salotto.

“Serena,” ho detto con voce ferma.

“Che c’è, mamma? Serve il caffè?”

“No. Io vado via.”

“Cosa? Non abbiamo ancora mangiato la torta. E guarda questo caos con la carta regalo, bisogna mettere a posto.”

“Esatto. VOI dovete mettere a posto. E immagino che la ‘Nonna Divertente’ non si sporcherà le mani, vero?”

Ludovica ha sorriso con condiscendenza. “Oh cara, aiuterei volentieri, ma ho appena fatto la manicure…”

“Tranquilla, Ludovica,” ho detto. “Non vorrei mai rovinarti la giornata.”

Mi sono girata verso mia figlia. “Serena, i bambini hanno ragione. Sono noiosa. Sono la nonna delle regole e del minestrone. Meritano più divertimento. Quindi, da domani, rassegno le mie dimissioni.”

A Serena è quasi caduto il bicchiere. “Mamma, smettila. Domani lavoro. Ho una riunione alle 9. Chi li porta a scuola? Chi li va a prendere?”

“Non lo so. Magari la ‘Nonna Divertente’ può fermarsi qui. O potete vendere uno di quegli iPad per pagare una tata.”

“Mamma, le tate costano troppo! Lo sai! Abbiamo bisogno di te!”

“Avete bisogno di me, ma non mi apprezzate. L’amore gratuito è finito nel momento in cui ho capito che per voi sono solo un elettrodomestico, mentre lei è l’ospite d’onore.”

Sono andata alla porta. Edoardo ha alzato lo sguardo dal tablet per un secondo. “Nonna? Torni domani?”

L’ho guardato con tristezza. “No, amore mio. Domani sei libero. Nessuno ti costringerà a fare i compiti o a mangiare le verdure.”

Sono uscita.

Il mio telefono continua a squillare. Serena piange in segreteria, dice che era uno scherzo. Suo marito dice che sto facendo una “sceneggiata napoletana” e che sono esagerata.

Ma non torno indietro.

Domani dormirò fino alle 9. Mi farò il caffè solo per me, mangerò la crostata avanzata e guarderò la TV in pace.

L’ho imparato tardi, ma appena in tempo: i nipoti sono una benedizione, ma se tu fai il lavoro sporco mentre i genitori si prendono il merito e l’altra nonna si prende gli applausi… non sei una nonna. Sei una colf non pagata.

E io ho appena dato il preavviso.

Che la “Nonna Divertente” venga a pulire quando avranno il mal di pancia per troppe caramelle. Io sono impegnata a diventare la protagonista della mia vita.

Domanda al gruppo: È dovere dei nonni sostituire lo Stato e gli asili nido, o i figli ci stanno solo usando per risparmiare soldi?

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