Intanto, Luca lottava per sopravvivere in una città lontana. La prima notte fu aggredito da ladri che lo picchiarono e gli portarono via tutto. Rimase a terra per ore, guardando le stelle, chiedendosi se sperare fosse stato un errore.
Poi ricordò la voce di Anna:
«Non arrenderti mai.»
E non lo fece.
Chiedeva cibo, puliva strade, faceva qualsiasi lavoro. La sua determinazione attirò l’attenzione di un piccolo negoziante di elettronica, un uomo di mezza età.
«Se vuoi imparare, torna domani», gli disse.
Luca tornò.
Ogni giorno. Puntuale. Silenzioso. Determinato.
Imparò a riparare radio, telefoni, computer. La sera studiava su un vecchio portatile. Leggeva tutto su tecnologia e informatica.
Passarono gli anni.
Le sue idee iniziarono a circolare. Il suo talento venne notato. Il ragazzo che dormiva sui marciapiedi divenne un giovane imprenditore di successo, a capo di una società tecnologica in rapida crescita.
Ma in ogni successo pensava sempre a una cosa:
Dov’era Anna?
Era al sicuro?
Un giorno arrivò una notizia che gli fermò il cuore.
Anna era malata.
Sola.
Senza casa.
Luca si alzò in piedi.
Era tempo di tornare.
Quando arrivò, la strada era piena di gente. Anna era inginocchiata a terra, pallida, con poche borse consumate accanto. Un proprietario urlava contro di lei, cacciandola via.
Nessuno interveniva.
Luca scese dall’auto. Tutti si fermarono.
Si avvicinò lentamente.
«Anna…»
Lei alzò lo sguardo, confusa. Poi lo riconobbe.
«L-Luca?»
Lui si inginocchiò davanti a lei, nel fango.
«Tutto ciò che sono», disse con voce ferma, «lo devo a te.»
Il silenzio calò sulla strada.
Da quel giorno, Luca si prese cura di lei come lei aveva fatto con lui. Cure mediche, una casa, una vita serena.
Quando si sposò, la presentò a tutti come la madre del suo cuore.
La loro storia si diffuse ovunque.
E Luca ripeté sempre una frase:
«La gentilezza non va mai perduta. Torna sempre, quando meno te lo aspetti.»






